La visibilità e la promozione dell'offerta culturale

Accanto alla promozione culturale e alla diffusione della cultura scientifica, anche l'Ateneo stesso con la sua storia e con la sua struttura unica nel panorama italiano è una realtà da valorizzare. Ricordo che diversi anni fa il rettore Alberto Gigli Berzolari valutò che le attività culturali svolte in un anno dalle istituzione universitarie, dai collegi e da altri organismi culturali pavesi erano state oltre 500 (tenendo conto dei periodi di chiusura quindi, in media, oltre due al giorno!), ed era avvilito che una realtà così eclatante non fosse nota. Nel tempo le cose non sono molto cambiate, anzi, le iniziative sono forse anche cresciute in numero, ma l'informazione non circola a sufficienza né in Pavia né tanto meno all'esterno.

All'interno dell'Università ci sono preziose e qualificate professionalità, che possono costituire un gruppo in grado di attuare un'efficace politica di comunicazione, promozione e coordinamento degli eventi culturali e scientifici, e di far crescere progressivamente la visibilità e l'immagine pubblica dell'Ateneo. Ancora di più in questo momento di crisi è necessario che l'università comunichi i suoi valori e come nei programmi europei applichi la sua "promotion of successful stories" e cerchi di aumentare i propri spazi comunicativi a livello nazionale e internazionale.

Da non trascurare infine la comunicazione all'interno dell'Ateneo, che concorre ad accrescere l'orgoglio di essere parte attiva negli studenti, nei docenti, in tutto il personale, perché il contributo di tutti è essenziale sia per il buon funzionamento sia per l'immagine dell'Ateneo. Un'informazione chiara, aperta, trasparente, e completa su modi, scelte e processi messi in atto è fondamentale per garantire un reciproco riconoscimento, e una visione comune degli obiettivi, e del livello qualitativo del lavoro svolto.

Per valorizzare le idee e i contributi di ogni persona coinvolta a diverso titolo nel nostro Ateneo, può essere utile inoltre adottare metodi di partecipazione online che permettano un'interazione costante con le comunità di riferimento e un maggiore coinvolgimento di tutti nella proposta di soluzioni, nella loro messa a punto e nel confronto.

Nell'a.a. 2004/5 in qualità di delegato del rettore Roberto Schmid per la "formazione permanente e l'insegnamento a distanza" ho promosso un'iniziativa nella quale credevo e che ritengo tuttora degna di attenta valutazione: PAVIA CITTÀ DELLA FORMAZIONE. Questa iniziativa punta ad unire tutte le istituzioni locali in uno sforzo di promozione nazionale e internazionale delle grandi capacità formative pavesi, a condividere gli investimenti di supporto al reperimento di fondi e per l'avvio e la gestione di progetti (europei in particolare) per la ricerca e per la didattica innovativa.

Debitamente aggiornata, l'iniziativa mantiene la sua validità. Invece di descriverla di nuovo, allego un testo giornalistico del settembre 2009 1 e le slide dell'ultima di una lunga serie di presentazioni.
Voglio solo sottolineare che all'iniziativa avevano aderito tutte le istituzioni locali che svolgono formazione (qui sono elencate in ordine alfabetico tutte le istituzioni presenti nella citata riunione): Camera di Commercio, Comune, IRCCS (Maugeri, Mondino e Policlinico), Provincia, Unione Industriali, Università (allora anche in rappresentanza dello IUSS).

 


1 Da Socrate al Caffè del settembre 2009, N. 50, p. 15.

L'enseignement: apprendre à savoir, à savoir faire, à faire savoir Louis Pauwels
 
(L'educazione: imparare a sapere, a saper fare, a far sapere)