Gli studenti e la didattica

Secondo il rapporto Lombardy, Italy 2011, della serie Higher Education Regional City Development dell'OECD1, la Lombardia ha quindici istituzioni universitarie per circa 220.000 studenti, di questi complessivamente il 75% appartiene alle università milanesi. Il nostro ateneo, che resta la più grande università lombarda fuori Milano, ha l'8,3% degli studenti (cioè su dieci studenti tra Pavia e Milano uno è da noi e nove nella metropoli) con le sue nove facoltà che coprono di fatto tutte le discipline. Il rapporto OECD censisce i centri di ricerca delle varie sedi: qui Pavia va un po' peggio (un centro pavese su quindici nel confronto con Milano). La peculiarità rimarcata di Pavia è costituita dal prestigio della lunga brillante tradizione e dalle quindici residenze collegiali, un primato non solo regionale, ma unico nel contesto nazionale, sul quale si può fare riferimento per raggiungere quella qualità che ci consenta di tornare ad essere università dell'élite lombarda e nazionale.

La soluzione collegiale ci consente di offrire ottime condizioni di studio, di scegliere e di promuovere i talenti e di poter avere da loro il meglio. La presenza di centri di eccellenza consente di anticipare la didattica di nuovi saperi derivanti dalle ricadute della ricerca, anche se i vincoli al reintegro del personale, il conseguente aumento dei carichi di lavoro, e la situazione di transitorio continuo con sempre nuove normative e oneri burocratici, limitano lo sviluppo e l'aggiornamento dell'offerta didattica. Per questo è necessario assumere un ruolo propositivo sostenibile e concreto, e ripensare il modello offerto agli studenti2.

Lo studente deve essere valorizzato oltre che da un'adeguata preparazione disciplinare, sostenendo curiosità e spirito d'iniziativa, anche da una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e del contributo che può dare alla crescita della società. Un maggiore coinvolgimento dello studente può favorirne la maturazione, la motivazione nell'affrontare gli studi, il senso di appartenenza a una comunità attiva e protagonista, e contribuire alla risoluzione di alcuni problemi funzionali dell'ateneo.

Negli USA e nel nord dell'Europa il coinvolgimento degli studenti nella attività universitaria è comune e continuo dai primi anni d'università fino al dottorato di ricerca. Nel nostro ateneo abbiamo risorse che vanno potenziate (i tutorati, i contratti part-time, i tirocini curricolari, i seminari didattici degli studenti di dottorato, ecc.) e vanno aggiunti quei servizi che all'estero spesso consentono agli studenti di coprire le tasse universitarie e i costi delle residenze. Un servizio utile, sul quale gli studenti possono svolgere un ruolo attivo, è per esempio lo sportello per gli stranieri, inteso come un servizio prevalentemente online (in lingua inglese) che funga da punto di accoglienza, orientamento e informazione sia per gli studenti che scelgono la nostra Università, sia per gli scambi (Erasmus), sia per le matricole di ogni ordine e grado (come pure per i docenti visitatori).

In alcune università (es. il MIT) gli studenti sono stimolati a un ruolo più attivo premiando le loro migliori proposte o spesso finanziando la realizzazione di loro progetti innovativi. Il costo di solito è contenuto (e spesso assorbito da enti e aziende) ma l'attitudine all'innovazione così stimolata è anche più importante del valore di mercato del progetto sviluppato. Inoltre in questo modo si contrastano le logiche rinunciatarie di una parte non trascurabile della popolazione studentesca.

Anche la figura del Garante degli studenti, presente nel nostro statuto con un'indispensabile funzione di tutela, è da valorizzare.

Una funzione sempre più importante e richiesta dalla società è quella di un rapporto costruttivo e continuato con il mondo del lavoro per evitare lo scollamento tra Università e società e per aggiornare i curricula di formazione degli studenti allineandoli alle esigenze culturali e scientifiche attuali e di prospettiva. Le tecnologie ICT anche in questo settore possono giocare un ruolo significativo, nello svolgimento, durante il corso di studio, di tirocini e placement presso imprese estere attraverso esperienze che possono essere svolte, del tutto o in parte, nella propria sede3. Tali esperienze qualificano il CV dello studente, connotandone un migliore approccio verso l'attuale mercato del lavoro.

Altra funzione giudicata qualificante la formazione erogata è il fornire allo studente gli strumenti perché acquisisca consapevolezza delle proprie capacità, attitudini, competenze istruendolo anche su come presentarsi sul mercato del lavoro sempre più esigente e selettivo e su come valorizzare la propria conoscenze e competenze.

 


1 La Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) nell'ambito del Programme on Institutional Management of Higher Education ha lanciato una serie revisioni dal titolo Higher Education Regional City Development nell'ambito del quale sono state visionate 14 regioni in 11 paesi, includendo, per il periodo 2008-2011, la Lombardia.

2 Letteralmente il citato rapporto propone: «Develop a stronger student-centred approach in teaching activities, building on the international best practice and the existing models in Lombardy». Più in particolare rileva: «university faculty are more focussed on their research role than on their mentoring role, thus creating a cycle where there is no continuity of relationships between mentors and graduates».

3 L'Università di Pavia, con il progetto PROVIP - Promoting and Supporting Virtual Placement - insieme ad altri 13 partner europei, sta sviluppando questo nuova opportunità.

 

Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L'eccellenza non è un atto ma un'abitudine. Aristotele